martedì 31 luglio 2012

Happy & Glorious.

La cerimonia di apertura delle olimpiadi di Londra è stata fantastica, mi è piaciuta tantissimo, e non capisco chi si diverte a criticare ogni cosa fatta da Danny Boyle e dalle migliaia di persone che hanno contribuito a rendere indimenticabile la sera del 27 Luglio 2012.
Ormai il trovare difetti e il criticare sembrano essere diventati una moda, una moda stupida e inutile, e come tale spero possa passare al più presto, magari rimpiazzata da una moda incentrata sull'oggettività e razionalità, magari non accadrà mai...ma nessuno mi vieta di illudermi, non ancora almeno. 
Ma non voglio dare troppa importanza a costoro, visto che già loro se ne attribuiscono troppa credendo di poter giudicare tutto ciò che gli capita a tiro in modo negativo e (data la frequenza con cui questo avviene) del tutto imprevedibile. La difficoltà sta nel trovare sempre un aspetto positivo e bisogna essere intelligenti per farlo, per questo non sono molto fiducioso sul fatto che questo stupido atteggiamento avrà vita breve.
Ma va bè.
Passiamo ad analizzare la serata.
E' stato uno show emozionante, da lasciare senza fiato anche chi (non interessato alla cerimonia) fosse finito per caso, facendo zapping, sul canale dove la stavano trasmettendo.
Personalmente adoro chi riesce a fondere vari aspetti di un unico elemento per rappresentarlo in tutta la sua completezza e complessità in modo chiaro e facilmente comprensibile. Ma la difficoltà più grande sta nel far combaciare tutti i pezzi dell'enorme puzzle rappresentato da una nazione con la sua storia, i suoi personaggi e le sue tradizioni; come in un cubo di Rubik, in cui ogni faccia deve essere completata in modo da rispettare la completezza di tutte le altre. E Boyle è riuscito a completare il suo cubo, in modo esemplare. E l'ha mostrato ai 60.000 dell'Olympic Stadium e a tutto il resto del mondo che seguiva lo show in tv.
E come ci è riuscito?
Il tutto è iniziato con un video intitolato "The Isle of Wonder" (e s'intende la Gran Bretagna, of course) che segue il percorso del Tamigi, dalla sua sorgente fino al cuore della città, passando per i vari luoghi-simbolo di Londra, e con diverse trovate per mostrare lungo il percorso immagini delle olimpiadi del passato, accompagnato -nella parte finale del video- da "Map of the problematique" dei Muse, che non fa altro che far guadagnare punti al regista e allo spettacolo.
Successivamente tocca alle migliaia di attori e volontari stupire il pubblico con una ricostruzione più che fedele della storia della Gran Bretagna: dal verde dei prati e dall'armonia derivante da una vita a stretto contatto con la natura, al grigio e all'ambiente cupo delle fabbriche durante la prima e la seconda rivoluzione industriale, fino ai giorni nostri, utilizzando la figura di Tim Berners-Lee, ideatore di internet, come punto di arrivo; il tutto passando dai grandi capolavori della letteratura e cinematografia britannica rappresentati da alcuni "cattivi" sulla scena che personificavano le paure dei bambini, poi salvati dalla comparsa di centinaia di Mary Poppins, sotto le note dei più grandi gruppi musicali della storia della Gran Bretagna.
Altro elemento fondamentale dello spettacolo è stato il famoso "sense of humor" inglese, presente sia nell'imprevedibile video con 007 (Daniel Craig) e sua Maestà la Regina Elisabetta in persona nei panni di un'improbabile "bond girl", sia nel siparietto con Mr Bean (Rowan Atkinson) che mostra al mondo intero le sue abilità come pianista e come atleta.
Una cerimonia che è stata immancabilmente un omaggio al passato, ma soprattutto un inno al futuro.

In tutto lo show i protagonisti veri sono stati i bambini.
Loro cantavano durante la presentazione delle varie nazioni del Regno Unito; un coro di bambini ha intonato l'inno nazionale; per gran parte del tempo sulla scena sono stati presenti i bambini insieme agli attori "adulti". In ogni caso con la presenza di bambini di colore o disabili, in modo da favorire l'integrazione sociale e da evitare qualunque tipo di razzismo (argomenti di cui sembra assurdo parlare ancora nel 2012).
Ma non è ancora finita, manca ancora un piccolo fondamentale dettaglio: il braciere olimpico.
Formato da 204 "petali", uno per ogni nazione partecipante ai giochi, portati dagli sportivi stessi. 
E da chi poteva essere acceso il braciere durante uno show che mirava a mostrare l'importanza delle nuove generazioni? Da 7 giovani atleti britannici, il più grande di 19 anni, il più piccolo di 16. Che hanno ricevuto una torcia a testa da 7 sportivi britannici delle vecchie generazioni, in modo da sottolineare la necessità di un rinnovamento, di un passaggio dal vecchio al nuovo, di un "cambio della guardia". 
E quale città migliore di Londra per questo?

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